Il mio ricordo di Ayrton Senna
(in occasione del 56°compleanno 2016)
Nel volere ricordare Ayrton Senna, nel giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno, sono tanti gli episodi che mi vengono in mente, dai tre titoli iridati nel 1988, 1990, 1991, alle 65 pole position ottenute, agli 80 podi o alle 41 vittorie, alle ingiustizie subite dalla federazione dell'automobilismo oppure all'Ayrton Senna per il sociale con la sua fondazione per l'assistenza all'infanzia del mondo intero.
Invece sono due gli avvenimenti che voglio raccontare, chiudo gli occhi e mi ritornano in mente come fosse un film. Il primo è il Gran Premio di Montecarlo del 1984 quando, l'allora rivelazione, Ayrton Senna a bordo di una Toleman Hart numero 19, parte dalla tredicesima fila della griglia di partenza, un violento nubifragio si abbatte sul principato di Monaco, molti piloti di una certa esperienza tirano i remi in barca invece Ayrton guida come un forsennato e recupera più di sei secondi a giro sul leader della gara Alain Prost fino al trentunesimo giro quando la gara venne interrotta, negando il completamento della rimonta ad un Senna che si portò a soli sette secondi da Prost concludendo il Gran Premio con un secondo posto entrato nella storia.
Mentre l'altro evento è il Gran Premio di Donington del 1993 dove Ayrton Senna parte quarto in griglia di partenza dietro a Schumacher, Hill e alla pole Alain Prost.
Pochi istanti prima della partenza si abbatte un temporale, Senna ha un'attimo di incertezza e viene superato da Karl Wendlinger, inizia la rimonta, supera Schumacher poi è il turno di Wendlinger, passa Damon Hill nemmeno fosse fermo e nel tornante supera Prost, un primo giro al cardiopalma tutti vanno sul bagnato Ayrton sembra che abbia una corsia preferenziale asciutta, tanto va veloce da aver effettuato cinque sorpassi in meno di un giro su pista completamente allagata.
In quel Gran premio effettuerà ben cinque pit stop, Ayrton guida con una pulizia sul bagnato impensabile e riesce ad essere velocissimo in ingresso curva e controlla perfettamente la derapata sulle quattro ruote in uscita, disegnando traiettorie impossibili per chiunque altro.
Ricordo che girava almeno due secondi più veloce degli altri piloti e riusci a doppiare tutti tranne Damon Hill al quale gli diede più di un minuto, sceso dalla sua McLaren Ford afferrò una bandiera brasiliana e se la tenne stretta per tutta la premiazione segno dell'assoluto attaccamento al suo Paese.
Guidava sul bagnato con la stessa semplicità e maestria come si fa su di un tracciato asciutto, superava senza timori reverenziali nei confronti di nessuno ed in punti del tracciato impensabile per gli altri, ormai è leggenda è l'irraggiungibile, non nei numeri ma nella grandezza delle sue gesta.
A prescindere dal tifo che si faceva per una squadra piuttosto che per un'altra, Senna fu il pilota che riusci ad accomunare la stima e l'incitamento per la sua bravura, la grinta e la tenacia alla guida di una monoposto e per la sua semplicità, la spontaneità e la bontà d'animo come uomo da parte di tutti gli appassionati del circus della formula uno.
Non a caso fu insignito come miglior pilota di tutti i tempi da Autosprint.
Per me che ho sempre tifato Ferrari il sogno era quello di vedere Senna guidarne una, ma il destino ce l'ha negato, l' ultima immagine alla guida di una monoposto di formula uno è proprio in Italia in quel tragico week end del 1 maggio 1994.
Quella domenica Senna, sconvolto dalla morte del collega Ronald Ratzenberger, ha tanti pensieri che gli affollano la mente, quasi avvertisse un oscuro presagio.
Il giorno della gara, Ayrton porta con sé a bordo della vettura una bandiera austriaca, che avrebbe voluto sventolare a fine prova per ricordare il pilota scomparso, invece al settimo giro quando era in testa al gran premio di San Marino, nella curva del Tamburello alle ore 14:17 esce di pista con la sua Williams ingovernabile e lascia a terra i segni di una breve frenata che non basta a salvargli la vita ma che lo trasmutano in leggenda.