Harakiri a Le Mans
Dopo aver conquistato la pole position Roda, Cairoli e Hoshino alzano bandiera bianca con il gentleman driver giapponese coinvolto in un incidente con la Corvette.
Le Mans - 16 Giugno 2019. C’è tanta amarezza per una gara che doveva e poteva andare diversamente. Nel corso della sesta ora di gara un contatto tra il nipponico Satoshi Hoshino, sulla Porsche 911 RSR di Dempsey Proton Racing e la Corvette n° 64 di Fassler ha compromesso irrimediabilmente il percorso di Giorgio Roda e Matteo Cairoli nella 24 Ore di Le Mans. Il lavoro del team, a seguito dell’incidente, è stato incessante e la vettura sarebbe potuta ritornare in pista salvo il “rifiuto” di Hoshino, scosso dal contatto con la muscle car americana. Il ritiro alla 24 ore francese chiude così la stagione nella Super Season del mondiale FIA WEC per il giovane pilota comasco.
Le prime ore di gara avevano dimostrato le ottime sensazioni provate durante le prove libere e le qualifiche sul tracciato francese con Cairoli e Roda capaci di mantenere un buon ritmo, dimostrato anche dal miglior giro in gara di Cairoli già nel corso della seconda tornata. L’ingresso in pista del gentleman driver nipponico, visibilmente in difficoltà, ha compromesso il buon lavoro svolto sino al definitivo ko dopo soli 79 giri di gara.
“Sono deluso e amareggiato – ha commentato Giorgio Roda – Purtroppo la nostra Le Mans si è chiusa troppo in fretta. Dispiace dirlo, non mi ritengo un campione, ma ho preparato questa gara e l’intero mondiale con professionalità, dedizione e fatica e tutto è stato compromesso da troppa “leggerezza”. Le Mans non può essere presa con leggerezza, va rispettata e il nostro compagno di squadra, prima con una serie di errori, poi con il rifiuto di tornare in macchina, ha dimostrato che per lui non era così importante. Ringrazio il team Dempsey Proton Racing e Matteo Cairoli che, invece, hanno dimostrato di essere dei veri professionisti.
Il team ha sistemato i danni in pochissimo tempo e ci avrebbe messo nelle condizioni di ripartire senza perdere troppo tempo e Matteo ha dimostrato, ancora una volta, di essere uno dei piloti con più grandi prospettive per il futuro. A lui posso solo augurare il meglio e spero di vederlo, un giorno, dove merita, ovvero sul podio della 24 Ore di Le Mans. Spero che l’amarezza e la delusione, miste alla rabbia per questo risultato, possano trasformarsi in sensazioni positive e in grinta per il resto della mia e della sua carriera”.